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Pierre Lournè – CD Transport Audiomeca Mephisto

Pierre Lournè Apertura

CD Transport Audiomeca Mephisto di Pierre Lournè

La meccanica “analogica”

Di Bruno Fazzini

 

 

 

 

 

Titolo: CD Transport Audiomeca Mephisto di Pierre Lournè

 

 

CD Transport Audiomeca Mephisto di Pierre Lournè

La meccanica “analogica”

Di Bruno Fazzini

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Estratto da Le Guide di FdS” edito da Fedeltà del Suono

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Conosciuta e apprezzata nel mondo dell’Hi End di una quindicina di anni fa, questa meccanica di lettura è stata un riferimento, anche grazie alla CDM 1.0 direttamente costruita dalla francese Audiomeca. Il suo progettista, Pierre Lournè, l’ha realizzata sfruttando le sue profonde conoscenze in ambiente analogico; la musicalità di questa macchina digitale, infatti, ricorda molto da vicino quella della sua macchina leggi vinile.

 

Apertura

Pierre Lournè, chi era costui?

Per gli appassionati di giradischi analogici Pierre Lournè è una vecchia conoscenza. Si tratta di uno dei più stimati costruttori di giradischi e bracci di lettura di precisione. Un progettista con questo background non poteva che realizzare una meccanica di lettura per cd che somigliasse ad un giradischi analogico. Ma facciamo un passo indietro per capire la formazione di questo personaggio. Fautore della teoria del braccio perfetto, pubblicata su l’Audiophile nel 1978, in venti anni di esperienza sui materiali e sullo studio delle vibrazioni, questo costruttore e valente esperto di Meccanica Razionale, ha realizzato oggettini del calibro del Goldmund Studietto, del Vecteur-Lournè e del Romance (giradischi), oltre al Goldmund T5, il Pierre Lournè model 4 e il Romeo (bracci). L’avvento della tecnologia digitale nel 1980 fece credere di aver risolto tutti i problemi relativi all’estrazione e al trasferimento del segnale da un supporto, dal momento che si pensava bastasse una copia da un bit all’altro. In realtà si vide, e Pierre Lournè lo dimostrò, che l’influenza della meccanica nella lotta alle vibrazioni era ancora fondamentale anche in ambito digitale, perché il Jitter, che interviene nel dominio temporale, rende la lettura digitale…“un pò analogica”, nel senso che riemergono le problematiche delle vibrazioni, anche se con tipologie diverse, come nel sistema giradischi (braccio, piatto, testina). Lournè, insieme ad un altro eccellente progettista, Renè Boonen (costruttore della CDM4 e CDM9 della Philips), intorno alla metà degli anni novanta iniziò uno studio approfondito sulle vibrazioni meccaniche dei sistemi di lettura digitali; questo studio portò alla realizzazione, verso la fine degli anni novanta, della meccanica CDM Audiomeca Model 1. Quindi, con un bravo ingegnere di giradischi che conosceva perfettamente il linguaggio dell’analisi delle vibrazioni, dell’ingegneria di precisione e della qualità costruttiva, insieme ad un progettista di una delle migliori CDM sul mercato, senza sopportare compromessi commerciali, prese vita una meccanica di lettura per cd che è rimasta un riferimento assoluto per molti anni.

 

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Il cuore del sistema Mephisto, la meccanica CDM Model 1 con i suoi tre punti di appoggio

 

Le meccaniche CD

Sappiamo oggi, ma ne era perfettamente consapevole anche Pierrè Lournè venticinque anni fa, che ogni meccanica, per quanto buona, produce vibrazioni e che queste ultime sono deleterie per la riproduzione sonora. Una meccanica è tanto buona quanto più ne è esente. Anche le micro vibrazioni che, per loro natura, sembrano essere prive di problemi, creano una difficoltà di lettura (tracciamento), in virtù del fatto che le informazioni da leggere sono di grandezza infinitesimale. Controllare queste vibrazioni in modo che facciano il minor danno possibile, affinando le varie componenti per far sì che queste risuonino a frequenze che la meccanica è in grado di controllare, è l’obiettivo di ogni costruttore serio. A differenza di un giradischi, un lettore cd è realizzato in modo tale che la sequenza dei bit sia letta dal laser indipendentemente dalla sua posizione nel disco. A livello matematico non è difficile dimostrare che il cd deve girare sempre più lento man mano che il laser scorre verso le tracce più esterne del dischetto argentato. Infatti quando il laser legge le tracce al centro del disco questo gira a 500 giri al minuto, mentre alla fine gira a 200 giri al minuto. Il risultato è che le risonanze prodotte dal motore, dal perno e dal disco stesso varieranno all’interno di un vasto range di frequenze, rendendosi molto poco controllabili.

 

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La meccanica inserita nel telaio del Mephisto

 

I sistemi di lettura CDM

Attualmente, come venticinque anni fa, i meccanismi di lettura ottica dei cd disponibili in commercio sono relativamente pochi; gran parte dei costruttori adottano meccaniche costruite da altri. Spesso queste meccaniche sono piuttosto economiche, dal momento che uno degli obiettivi della grande industria è il contenimento dei costi. Ciò comporta un sicuro degrado della qualità. Per ovviare, in parte, agli errori nella lettura, intervengono i circuiti di correzione, i Data Buffer, che non sono altro che una memoria in grado di immagazzinare le informazioni e rilasciarle poi in accordo ad un Reference Clock, cioè ad un circuito di scansione temporale; anche questi sistemi, però, non sono esenti da problematiche. Secondo il progettista, se le parti ottiche, meccaniche ed elettriche potessero essere perfette, non ci sarebbe jitter e non ci sarebbe quindi bisogno di correzione elettronica. In base a queste considerazioni i produttori sono stati portati a fare sempre più affidamento sulle elettroniche per riparare le difficoltà di lettura delle meccaniche scadenti. Dei convertitori sempre più sofisticati certamente aiuteranno la lettura, ma se le informazioni sono degradate dalla CDM quei circuiti dovranno lavorare senza sosta e, alla fine, nessun sistema sarà in grado di ricostruire le informazioni originali. Questo è il motivo principale che ci fa pensare che tutte le meccaniche dovrebbero suonare uguali indipendentemente dalla CDM usata, ma sappiamo bene che non è così. Dal momento che una meccanica di lettura esente da errori praticamente non esisteva, l’Audiomeca, dopo lunghi studi da parte dei suoi progettisti, ne presentò una sul mercato che aveva caratteristiche di eccellenza.

 

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La meccanica e il coperchio con il clamp

 

La CDM Model 1Audiomeca

Guardare all’interno del Mephisto è una gioia per gli occhi, soprattutto per chi, come me, è un appassionato analogista. E già, perché la meccanica di lettura realizzata da Pierre Lournè, sembra proprio un giradischi analogico. Ed è con questo concetto che la Mephisto cd transport è stata concepita, proprio come una macchina pensata per funzionare in maniera analogica e quanto più possibile esente da vibrazioni. In un giradischi, come sappiamo, ci sono diverse parti che possono generarle e, certamente, il motore con il suo sistema di trascinamento è quella più influente. Nell’Audiomeca è una trazione a cinghia a implementare l’isolamento. Questa CDM sembra, come detto, un giradischi in miniatura, con il cursore del laser omologato al braccio e il laser alla testina. Il laser deve essere mantenuto fermo sopra le tracce del cd, esattamente come una stilo va posizionato tra i solchi del disco in vinile. Così, per poter leggere le tracce, il laser deve seguirle in maniera assolutamente perfetta. Subito si capisce che i problemi sono concettualmente gli stessi che affliggono un sistema analogico: ogni vibrazione del sistema influenzerà il modo in cui la testina laser andrà a leggere le sequenze di bit. Andiamo a vedere le principali caratteristiche di questa meccanica che l’hanno resa un riferimento nel mondo audiofilo. Intanto la scelta dei materiali e le lavorazioni con tolleranze strettissime sono state quelle che hanno fatto la differenza. Adottare il metacrilato come materiale principale ha permesso un forte assorbimento delle vibrazioni; inoltre, la massa totale del sistema è molto elevata, raggiungendo i 6,0 chili. Il platorello più grande del normale e con la capacità di fare un corpo unico insieme a disco e clamp fornisce un comportamento dinamico particolarmente “solido”; quest’ultimo, infatti, ha una massa che è stata accuratamente studiata in funzione del motore. Solitamente i clamp e i platorelli disponibili sul mercato presentano fori o sporgenze che sono quanto di più deleterio ci posa essere nel creare un effetto “ventola”, che agisce come una sorgente di vibrazioni.

 

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Il display del Mephisto

 

I sistemi adottati nel Mephisto hanno forme quanto più possibili piatte e senza sporgenze. Un altro importante accorgimento riguarda l’asse d’inerzia del movimento che passa per la lente di lettura del disco; ciò permette un bilanciamento dinamico del sistema virtualmente perfetto. Il progettista spiegò in un suo articolo che vi era una relazione matematica fra le masse dei tre stadi mobili (lente, testa del laser e telaio); 15 dB tra i primi due e 30 dB tra gli ultimi due. Queste differenze permettono di prevenire vibrazioni spurie. Nella Mephisto vi è un sistema di lettura Sanyo, considerato un prodotto al di sopra della media grazie alla massa elevata e ad un attuatore perfettamente bilanciato che garantisce uniformità di tracciamento. Infine, ho lasciato per ultimo un aspetto fondamentale della costruzione di questa meccanica francese: il sistema di sospensione. Come sapete tutti i giradischi o sono sospesi elasticamente o sono ad accoppiamento rigido (o semirigido). L’Audiomeca Model CDM 1, come potete vedere dall’immagine, è sospesa su tre punti; inoltre, il controtelaio è sospeso su quattro punti elastici regolabili che forniscono la possibilità di fare il piano per il telaio grazie alle bolle incorporate.

 

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Retro dell’apparecchio con l’uscita digitale e la targa con la firma di Pierrè Lournè

 

Come suona questa meccanica

Dico come suona e non come suonava questa meccanica, perché averne una disponibile oggi è una vera rarità e, contemporaneamente, una fortuna. Si trova sul mercato dell’usato con una cifra inferiore ai 1.000 euro e le sue qualità sono ancora molto apprezzate dagli audiofili. Fermezza dell’immagine, focalizzazione, estrema trasparenza, pulizia del messaggio sonoro riprodotto, silenziosità assoluta e chiarezza della voce sono le caratteristiche soniche salienti di questa macchina. Non aspettatevi sonorità calde e ambrate in stile inglese (Naim, Rega, Sugden e simili) perché sarete delusi. Se, invece, vi piace la neutralità totale, la trasparenza estrema che, però, non scade mai nell’iperdefinizione, il rigore timbrico, oltre ad avere un messaggio sonoro deterso da ogni sporcizia (vibrazionale), unitamente ad un corpo da sistema analogico privo della minima fatica d’ascolto, allora questa meccanica sarà una gioia per le vostre orecchie. Accoppiateci un buon convertitore, moderno, setoso e che rispetti le caratteristiche soniche della meccanica (oltre ad un eccellente cavo digitale di simile impostazione timbrica) ed avrete, ancora per molti anni, un sistema di lettura digitale di assoluto riferimento.

 

Note: Bruno Fazzini dal 1994 è stato recensore per la rivista Fedeltà del Suono, rivestendo dal 2006 il ruolo di Coordinatore di Redazione. Contestualmente a questo incarico ha gestito la sala prove della stessa rivista, preparando e pre-testando ogni apparecchio sottoposto a recensione.
Negli ultimi dieci anni ha composto impianti Hi Fi importanti a privati e ad aziende in diverse regioni d’italia, sia utilizzando la tecnologia valvolare che quella a stato solido, adottando sia sistemi ad alta efficienza che ad alta definizione, con particolare attenzione alle problematiche relative all’acustica ambientale
Attualmente è il patron di Sophos Hi End, rinomato negozio specialista di Hi.End. Profondo conoscitore dell’Alta Fedeltà, con un approccio umanistico e tecnico al “Mondo Audio”. Ha presentato il primo sull’Hi Fi scritto in Italia: Hi Fi forever.

 

 

 

 

 

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